SUI PASSI DI SAN FRANCESCO di Stefania Formicola (Articolo pubblicato sulla Rivista "Spiritus Domini" - Anno 86 n.5 Maggio 2013)

01.12.2013 19:01

Con Papa Francesco inizia la marcia verso un nuovo pontificato

 
 

Squilli di trombe nel giorno solenne di San Giuseppe, intonano il canto Tu est Petrus ed accompagnano sul soglio romano i passi dei neri mocassini di quel papà diventato padre di tutti, padre del mondo: è Papa Francesco 76 anni, Arcivescovo di Buenos Aires, gesuita dell’America Latina.

L'ingresso di un rinato Francesco d'Assisi è stato atteso, fin dalle prime luci dell'alba in Piazza San Pietro, da milioni di fedeli per ascoltarne l'omelia in italiano. Papa Francesco, davanti ai potenti del mondo, è stato amichevolmente abbracciato dagli scroscianti applausi della folla conquistata dalla sua umiltà ed umanità. Pare stia già mettendo a nudo e finanche provocando in qualcuno vergogna, la precarietà del mondo d'oggi: frammentario, solo, deluso economicamente e socialmente.

Il canto è un grido di speranza contro ogni speranza ed annuncio per costruire, edificare, confessare un tempo di pace a custodia delle mille ferite, consolazione dei cuori spezzati,  strumento docile all'odio, all'offesa, alla discordia, al dubbio, all'errore, alla disperazione, alla tristezza, alle tenebre e... chi più ne ha più ne metta: il nostro si sa è un tempo d'abbondante miseria.

Un mondo che dal soglio pontificio vuol prendere l'umanità con tenere pinze e tirarlo su, proprio su... su, fin sopra il cielo per ridargli dignità e rispetto. Sì, proprio quella stessa dignità e rispetto affondata tanto in basso da calarla a precipizio giù, proprio giù... giù, fin sotto l'inferno.

Il nuovo stile d'idee del nuovo pontefice è apparso da subito, da quando cioè il maestro delle cerimonie Mons. Marini nell'invitarlo ad indossare gli abiti pontificali da sempre utilizzati dai Papi per la prima Messa nella Cappella Sistina, ha dovuto, su richiesta di Papa Francesco, provvedere per un abito liturgico più umile.

Atteggiamenti che a primo acchito appaiono progressisti ma Papa Francesco è in realtà un conservatore sotto il punto di vista dottrinario ed in piena sintonia con il Papa emerito. Un crescendo di idee, un percorso per andare sempre più avanti sulle orme dei Papi predecessori. Con l'indizione dell'anno della fede da parte di Benedetto XVI, il messaggio ne propone appunto la riscoperta dell'autentica fede affinché venga abbracciata la speranza con maggior fervore e che spinga i gesti alla operosa e concreta carità. Una fede che echeggia fino agli estremi confini della terra, da quella estremità da dove Papa Francesco arriva per evitare una eufonica ma prevedibile fine del mondo. Con Papa Benedetto XVI pare se ne sia avviata la teoria per continuare ora nella pratica il progetto di una Nuova Evangelizzazione.

È questa la follia del cuore, sintomatologia da innamorati che hanno per vessillo la croce. Appare sì, per certi versi, una bella favola specie per chi tenta ancora di sonnecchiare perché cullati dalla bramosia del potere ad ogni costo per sottrarsi alle proprie responsabilità verso il prossimo malgrado già siano presenti, in un'ala della Chiesa, dubbi e perplessità; è quella controparte che non riesce a volare alto come Papa Francesco perché ha uno stile che non rientra nei canoni, nella tradizione, perché è completamente diverso da schemi e regole ecclesiali probabilmente annacquati.

Ma non è un sogno ad occhi aperti, non è follia, è già realtà nonostante ciò possa essere  preda di ovvie difficoltà e continue lotte che ne confermi su quanto il bene, specie quello grande e vero, si trovi sempre a fronteggiare il male per combatterlo ed annientarlo.

L'omelia di inizio pontificato del nuovo Papa è l'invito alla custodia attraverso l'umiltà, la discrezione, il silenzio anche quando appare tutto incerto e labile in contrapposizione con le risse, gli schiamazzi, le sgomitate e gli altisonanti paroloni che confondono e spintonano. Già nell'Antico Testamento, infatti, il termine custode appare per indicarne la storia della salvezza non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d'Israele. Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra.

Ma chi custodire? La gente, soprattutto gli indigenti tanto per cominciare perché c'è urgenza di rivendicare diritti, giustizia, pari opportunità e soprattutto rispetto...in questo mondo sempre più settario, politicamente diviso, socialmente deluso. Bisogna essere come quel San Francesco, custodi della creazione per non incorrere in una devastante oppressione delle anime.

È in fase di risveglio, dunque, questa nostra realtà che scuote l'indifferenza, le ostilità delle coscienze e della falsa fede al fine di realizzare un mondo di pace e di fraternità; è come quei venti che furiosi s'infiltrano da tutte le parti e vogliono osare sfidare i cuori smarriti soprattutto di quelli che, con aria tramortita, come lupi vestiti d'agnello spalancano le bocche increduli e preoccupati per un continuo e famelico potere d'oppressione.