PRO-VOCAZIONI *LA PREGHIERA (Adorazione) a cura di Stefania Formicola (Pubblicazione sulla Rivista "Spiritus Domini" Anno 93 n.11 - NOVEMBRE 2020)

03.11.2020 16:49

Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa.

 

<<Pregate sempre, senza stancarvi mai>>( Lc 18,1)                                                

 

  •  E’ questa la PRO-vocazione di Gesù: comunicare!
  • E’ questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: pregare!

 

Adorare è stare alla presenza di Dio, guardare dritto nel Suo cuore, parlarGli ed ascoltarLo, chiedere aiuto o ringraziarLo per una richiesta di grazia ottenuta. Adorare è portare le proprie ansie, stanchezze, sofferenze, preoccupazioni ed occupazioni davanti a Chi sa accoglierle ma è anche il potere condividere le gioie, i progetti, le attese e le speranze per nuove decisioni. Adorare è perdonare ed essere perdonati, vincere le liti ed il peccato, i vizi e le tentazioni, la mancanza di fede o le aridità spirituali. Adorare è anche e soprattutto amare ed essere amati o, per chi non ci riesce più, impararlo a fare sforzandosi di superare gli odi o le cattive inclinazioni e le errate e vuote disposizioni. L’atteggiamento migliore per la preghiera di adorazione è il silenzio interiore, un momento a tu per Tu con l’Autore della vita, un intimo e fecondo trascorrere del tempo per arrestare tutte le frenesie dalle cose da fare per riflettere, meditare, pensare. E’ attingere il coraggio e la forza che altrimenti verrebbero sicuramente meno per ricominciare a rivivere nonostante le delusioni e le sconfitte della vita perché se ne tragga il bene al fine che ci faccia stare bene. Un luogo solitario per occupare spazi isolati dentro di noi; un giardino fiorito ove popolare deserti sconfinati ed inariditi dall’arsura; cibo nutriente per sfamare l’incessante fame per bisogni mancati o ancor peggio negati; acqua fresca e benedicente per dissetare gli stagni annacquati dai torpori e dai timori. L’adorazione è tutto questo per iniziare a pronunciare non più “io” ma “Dio”, sentirsi non più “osservanti” di una dottrina religiosa ma “osservati” dall’alto, da un Dio giusto e misericordioso.