PRO-VOCAZIONI *L'EUCARISTIA (Cenni Storici) a cura di Stefania Formicola (Pubblicazione sulla Rivista "Spiritus Domini" Anno 94 n.6-7 -GIUGNO-LUGLIO 2021)

01.06.2021 12:18

Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa.

<<Questo è il mio corpo, che è per voi: fate questo in memoria di me. Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue: fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me >>( 1Cor 11,23-25)                                                

 

  • E’ questa la PRO-vocazione di Gesù: nutrirsi!
  • E’ questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: crescere!

L’Eucaristia ha origini molto antiche ed attraversa un lungo e travagliato percorso storico prima di avere identificazione e pieno compimento da un punto di vista teologale, liturgico, sacramentale e spirituale. E’ da far risalire la sua reale istituzione da Gesù stesso in due momenti fondanti della Sua vita, ovvero: durante la lavanda dei piedi e durante la Sua ultima cena. Due momenti determinanti nei quali, ciò che il Signore - incarnandosi nella vita e nella storia - ha voluto trasmettere e lasciare in perpetuo, quale valido aiuto spirito-testamentario per ciascuno di noi, è attuato ieri, oggi e per sempre. Due sono, infatti, i pilastri che reggono la Chiesa intera e che svelano l’ identità e l’appartenenza: da un lato il messaggio di carità e di servizio per il bene di tutti, dall’altro lato il messaggio di unità ed assimilazione del corpo mistico di Cristo nella Chiesa, presenza viva  e vera che rende capaci di agire nella Sua stessa volontà. Ecco perché da qui ne deriva che L’Eucaristia fa la Chiesa e la Chiesa fa l’Eucaristia ma, affinché Essa possa essere in pienezza compresa nella Sua essenza, occorre quindi che la carità faccia prima leva nei cuori disposti ad accogliere un sì tale amore sincero ed immenso che superi finanche il sentimentalismo e le logiche degli interessi umani, per potere poi esserne capaci interamente ed interiormente a cibarsi di Lui, spezzarsi con Lui ed offrirsi ad altri attraverso Lui. Non andrà, dunque, intesa come atto magico la trasformazione in corpo e sangue di Cristo da un semplice pezzetto di pane e dalla piccola coppa di vino, piuttosto è l’atto di fede e disposizione d’animo che ne genera e ne trasforma la sostanza stessa santificandola ed ottenendone, di conseguenza, gli effetti di grazia. Lavare con acqua pura ed asciugare con amore e dedizione i piedi significa inchinarsi ed umiliarsi così come prendere ed inchiodare la propria carne e sangue per tutti i mali dell’umanità è atto, il più basso ed umile, che solo un cuore vivo e vero può assumere su se stesso ma nella più alta dignità e valore esistenziale: donare la propria vita in espiazione dei peccati altrui per liberare dalla morte spirituale chi, altrimenti, ne otterrebbe una condanna eterna!