PRO-VOCAZIONI * POTERE E MISSIONE a cura di Stefania Formicola (Pubblicazione sulla Rivista "Spiritus Domini" Anno 89 n.8/9 - AGOSTO/SETTEMBRE 2016)
Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa.
<<Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima. >> (Mt 10,28)
- E’ questa la PRO-vocazione di Gesù: comandare!
- E’ questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: regnare!
Uno dei fattori naturali della missione che può presentarsi con frequenza, è quello sulla paura. Aver paura, infatti, è una reazione istintiva ed un atteggiamento umano in difesa della propria sfera emotiva e cognitiva a fronte degli ostacoli e dei pericoli che minacciano ogni momento della vita. La forza dominante per fronteggiarli è il coraggio per superarli. I nemici della fede sono ovunque e divorano chiunque. Per essi però non deve esserci indifferenza né superficialità di azione ma determinazione ed equilibrio nel perseguire i santi obiettivi per il bene di tutti. Martin Luther King, a proposito del potere afferma così: “Il potere è la capacità di raggiungere degli scopi. Il potere è la capacità di effettuare dei cambiamenti”. Soltanto nell’audacia si dà atto al cambiamento. Quante persecuzioni, violenze e morti si è assistito e si assiste con frequenza ed il più delle volte le vittime sono coloro che rispondono col bene. In apparenza ciò dimostra un fatto ingiusto che va difeso, punito e condannato. Eppure Gesù esorta a fare del bene a chi fa il male, a volgere l’altra guancia dopo averne ricevuto già uno schiaffo. Sadismo? Masochismo? Vigliaccheria? O semplicemente paura? No: è puro coraggio, è sicurezza, è lealtà verso se stessi!
I martiri ed i santi ne sono i testimoni credibili in questo potere assoluto per il Regno e la Gloria di Dio. Il Signore è l’unico Sovrano del corpo e dell’anima ed a Lui solo va affidata l’insistente preghiera per conseguirne successo missionario in difesa all’insuccesso umano. In questo annientamento si annienta il male! “Nessuno crede più solidamente nel potere della preghiera che il diavolo; non perché la pratica, ma perché la soffre”. Può sembrare un paradosso la citazione di Guy H. Re, ma non lo è! Il diavolo, infatti, che ne è l’autore ed il difensore della malvagità e della sofferenza più esacerbante, ne viene egli stesso ferito ed addolorato dimostrandone così quanto il male faccia davvero tanto male soprattutto a chi lo genera. Quelli, però, che lo conoscono lo affrontano e affrontandolo lo vincono. Il Beato Giustino Maria Russolillo nel suo diario spirituale ci lascia questo scritto che merita un’ attenta riflessione e meditazione: “Solo il fine deve essere voluto. Quando i mezzi sono voluti come mezzo, è sempre il fine che è voluto in essi. Perciò se non è il fine l’oggetto dei desideri e timori, gioie e dolori, odi e amori, l’anima deve riconoscersi inferma nella volontà e pregare per il rimedio il medico. Guarendo, comincia a voler direttamente, intensamente, esclusivamente il fine. Accorgendosi di rallentamenti, deviazioni, deve fermarsi e correggersi, se non vuole cadere in vere opposizioni al fine. Questo ci rivela il travaglio della purificazione nei santi e la necessità delle notti dei sensi”.