PRO-VOCAZIONI * PREGARE E DIGIUNARE a cura di Stefania Formicola (Pubblicazione sulla Rivista "Spiritus Domini" Anno 88 n.10 - OTTOBRE 2015)
Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa.
<<Quando pregate, non siate simili agli ipocriti…e quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti>>
- E’ questa la PRO-vocazione di Gesù: fuggire dall’ipocrisia!
- E’ questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: pregare e digiunare!
La preghiera non può uscire né il digiuno vi può entrare per la bocca dell’ipocrita, di colui cioè che parla falsamente e mangia avidamente. La preghiera ed il digiuno sono, infatti, due elementi salutari nella vita del cristiano che nutrono, sostengono e rafforzano la fede e la carità.
Pregare e digiunare come inizio. La prima orazione del cristiano fa da prima colazione; invocata al principio di ogni nuova giornata con l’aiuto del Padre, umilia per davvero e pone sinceramente nelle mani del Signore che ne impasta di squisito digiuno il profondo segreto dell’essere, conserva il pane quotidiano nella madia del cuore.
Pregare e digiunare come mantenimento. Pregare è rendere manifesto il bisogno di aiuto, lode, onore e ringraziamento a Dio; digiunare è, invece, preparare il pranzo della sobrietà, concretezza, umiltà e povertà. Preghiera e digiuno ragionevole ed equilibrato che fa assumere sane vitamine per sperimentarne il beneficio spirituale, sostanze che allontanano l’anoressia del pressapochismo o la bulimia del bigottismo: “Gustate e vedete come è buono il Signore”(Salmo 33).
Pregare e digiunare come fine. Quanti sintomi negativi, infatti, sono la conseguenza di un malessere esistenziale in casi evidenti o riscontrabili lungo il percorso di vita per carenze od abusi? Perché, pur essendo tutti affamati ed assetati di infinito, affamati ed assetati del buono e bello, si finisce spesso con l’ astenersene completamente od abusarne eccessivamente? Non è a furia di parlare che ci si sazia di fede né impettiti in atteggiamento di rigido contegno che ci si astiene dai vizi. E’ soltanto nel sentimento sincero, coerente, aperto e disponibile che si deglutisce e digerisce alla sera della vita tutta la Parola di Dio per assimilarne poi proficuamente le virtù in essa presente.
Pregare e digiunare nella pace e nella gioia. Non malinconia, fiacchezza, svogliatezza quando si prega e si digiuna ma energia ed entusiasmo per affermare insieme a San Francesco di Sales: “ se prendessimo seriamente coscienza di quello che siamo, invece di stupirci perché ci vediamo a terra, ci meraviglieremmo di come possiamo ancora stare in piedi”.
Pregare e digiunare per apparecchiare il banchetto eterno. Disporre il menù spirituale nei comandi scritti sulle tavole della legge è non privarsi delle cose nel mondo (per fare di necessità virtù) ma astenersi dalle cose del mondo (per fare delle virtù una necessità).
Quando si è deboli, si è forti nell’anima che cresce: “la tua debolezza e infermità sarà più buono strumento nelle mani di Gesù per il suo regno. O mio Signore! Andare esenti tutti dalle infermità corporali come per una somiglianza con te. Nel ricevere il santissimo sacramento intendere anche ottenere la sanità fisica e il nutrimento corporale come consiglio a tutti”(Beato Giustino Maria Russolillo).
In tal modo, se con la preghiera ed il digiuno l’appetito vien mangiando, andrà via via sempre più aumentando così da essere anche mani tese per spezzare il pane con tanti altri.
…Nel nome del Signore, buon appetito a tutti!