PRO-VOCAZIONI *L'INGRATITUDINE a cura di Stefania Formicola (Pubblicazione sulla Rivista "Spiritus Domini" Anno 90 n.4 - APRILE 2017)

01.04.2017 18:56

Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa.

 

<< Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.>> (Mt 11,25)

  • E’ questa la PRO-vocazione di Gesù: nascondere!
  • E’ questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: rivelare!

Il quarto argomento che ti verrà presentato questa volta è sull’ingratitudine!

LEGGI

Essere grati verso qualcuno non solo è atto di riconoscenza ed apprezzamento ma anche e soprattutto di umiltà. Ciò varrà maggiormente nei confronti di Dio poiché il cuore dell’uomo e la limitazione della sua comprensione non saranno mai tanto grandi quanto i benefici che l’Onnipotente dispensa gratuitamente a quelli che ne sono atti e degni. Una perplessità è possibile che tu ora l’abbia, così da metterti già in crisi in fatto di intelligenza e sapienza. A ben dire, ragioneresti e replicheresti che alcuno ne è atto e degno, dacché tutti peccatori ed incapaci al cospetto di Dio. Ebbene: la prima verità è che non tutti i peccatori lo ammettono, la seconda, invece, che c’è chi potrebbe esserne capace e finanche degno! Chi? Quanti hanno, in apparenza, un valore inferiore agli occhi del mondo, quelli che non si vantano mai abbastanza per farsi rivalere di un qualche pur legittimo diritto, chi si fa piccolo piccolo, rasentandone umiltà vera, talmente vera da apparire quasi invisibile, evanescente, insignificante. Costoro sanno tutto e più di tanti che si credono aver in pugno il mondo, perché essi stanno nel palmo aperto della mano divina. Non è che non ci si debba sforzare a voler comprendere, istruirsi ed usare della propria intelligenza ma farlo convergere attraverso la benevolenza di Dio. Appropriarsene è insuperbirsene, darsene vanto, alterigia con la sfacciata pretesa di voler credito, non si sa bene poi verso quale “debitore”! Ciò trasforma l’errore in gravissima e grandissima offesa e colpa verso il Creatore e le sue più piccole creature, quelle cioè incapaci d’intendere e volere.

ANNOTA

Don Giustino Maria Russolillo scriveva così: “Ti pare di non fare gran che. E’ vero, in me e da me sono nulla e peccato”.

RIFLETTI

In piena coscienza domandati allora: 1)Ti senti migliore degli altri?2) Ritieni di pensare ed agire nel giusto quando giudichi o pregiudichi che un tuo fratello pensi ed agisca diversamente da te… e per questo in errore? 3) Cos’ è per te l’intelligenza e cosa la sapienza?