PRO-VOCAZIONI *L'INFERMITA (Veniale) a cura di Stefania Formicola (Pubblicazione sulla Rivista "Spiritus Domini" Anno 92 n.8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 2019)

01.08.2019 11:31

Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa.

 

<<Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati>> (Mt 9,12)                                                

                                               

  • E’ questa la PRO-vocazione di Gesù: guarire!
  • E’ questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: curarsi!

 

Ci sono altri due importanti aspetti riguardo l’infermità da dovere necessariamente considerare: il primo è quello veniale, il secondo è quello mortale. Non si curerà appieno l’infermità in tutta la sua dimensione se non si debellano anche i più piccoli sintomi e le lievi infezioni. Le malattie veniali comprendono diverse patologie ovvero c’è la superbia, la golosità, l’accidia, l’avarizia, la lussuria, l’ira e l’invidia. A ben pensarci, se un soggetto contrae anche solo uno di questi mali, la conseguenza è quella inevitabile di trascinarsi dietro anche tutti gli altri. La superbia ha per sintomo l’egocentrismo spavaldo a fronte del pesante od infondato giudizio o pregiudizio sugli altri; la golosità è nell’essere indotti all’ingordigia sulle cose che riempiono la vita ma non l’appagano, trasformandola in abulica; la pigrizia è nei nullafacenti, di chi non vuol impegnarsi concretamente e fedelmente nella vita ma se c’è una qualche dedizione in chi ne è affetto è solo nel contentarsi e vivacchiare alle spalle altrui; l’avarizia che diventa possesso ed al tempo stesso eccesso in chi ritiene o pretende avere diritto su qualcosa o qualcuno anche se non l’ha affatto; la lussuria per chi se la gode a tutto tondo specie nei piaceri carnali e che, non solo sfociano in vizi sfrenati ma in vere e proprie accanite smanie e dipendenze, finanche abusi; l’ira in chi si turba in ogni cosa perché vuole e pretende di avere sempre ragione arrossandosi in volto di maledetta collera, turandosi gli orecchi per non sentire se non se stesso e stringendo forte i pugni per sfogare l’amara stizza; l’invidia in quelli che, pur avvertendo una grande ammirazione ed alta stima nei confronti altrui, si lasciano afferrare dal velenoso livore che rinsecchisce gli occhi che guardano, fa salire il puzzo sotto il naso ed abbozzare smorfie di fastidioso astio. Tali atteggiamenti, se fomentati per lungo tempo, potrebbero sfociare in gravi infermità mortali: argomento questo che seguirà nel prossimo numero della Rivista.