PRO-VOCAZIONI *L'INDIFFERENZA a cura di Stefania Formicola (Pubblicazione sulla Rivista "Spiritus Domini" Anno 90 n.3 - MARZO 2017)
Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa.
<< Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto>> (Mt 11,17)
- E’ questa la PRO-vocazione di Gesù: partecipare!
- E’ questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: condividere!
Ecco il terzo argomento che troverai in quest’altro numero della rivista, si spera… non ti lasci indifferente!
LEGGI
Se consideri l’atteggiamento posto nel bel mezzo di una scelta, sicuramente ti renderai conto che non si potrà affermare né “si” né “no” a fronte di un “non so”. E’ così che accade pure per un rigetto nauseabondo di una cosa insipida perché né calda né fredda; lo è ancor più nel professare la fede: il dichiarar di servire Dio mentre si fanno e si apprezzano le cose del mondo. Tutti passaggi questi, collegabili tra loro per esprimere uno stadio ben definito nella vita di chi si vanta cristiano ma di Cristo non gliene importa nulla. La similitudine armonizza in pieno tale concetto perché tira in ballo quei sentimenti che producono catarsi di fronte ad uno stimolo umano e naturale, manifestazione di gioiosi o funesti sentimenti. Suonare il flauto, infatti, è creare armonia di condivisione, gioia, amore. Intonare un lamento è, invece, farsi carico del dolore, sofferenza, amarezza. Quando i sentimenti restano chiusi in se stessi e non si esprimono all’esterno manca un imput reattivo. L’odio appare, a confronto, finanche più accettabile dell’indifferenza benché in esso c’è un sentimento, seppur negativo o distruttivo. La proposta non accolta in una fattiva e concreta risposta dispone, il più delle volte, ad un atteggiamento pigro e passivo che è sinonimo di inconsistenza, d’inadeguatezza e, dunque, d’indifferenza. Provocare in questo caso, chi ne è affetto, sarà il modo migliore per indurlo ad un’ autoanalisi affinché musica e lamenti gli rimbombino la mente.
ANNOTA
Don Giustino Maria Russolillo scriveva così: “Bisogna pure avvertire che la nostra sensibilità è nel più alto e perfetto grado nell’umanità di Gesù…offesa, ripugnanza alla presenza dell’adorabile, delicatissima, sensibilissima umanità di Gesù con noi…” Ciò è affermato per l’ordine, il decoro esteriore ma - implicito ritenersi - lo è, in misura maggiore, per quello interiore. La gioia ed il dolore partecipati e condivisi, in effetti, sono insiti nello Spirito dei veri Figli di Dio.
RIFLETTI
Prova ora a rispondere a queste tre domande: 1)Condividi le gioie ed i successi degli altri senza serbarne invidia?2) Parimenti, piangi e provi pena nel vedere soffrire chi è visitato da mali e disgrazie di ogni sorta? 3)Ti capita di avvertire indifferenza per situazioni o circostanze particolari perché “te ne frega niente”?