PRO-VOCAZIONI: LA SPERANZA nella Persecuzione a cura di Stefania Formicola * Pubblicazione sulla Rivista "Spiritus Domini" Anno 98 MAGGIO/GIUGNO 2025*

20.05.2025 16:07

Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa. 

“ Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?” (Romani 8:35) 
 

  •     E’ questa la PRO-vocazione di Gesù: Sperare! 
  •     E’ questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: Amare
 
 
Nell’anno giubilare questa rubrica traccerà un percorso al fine di rispondere alla domanda esigente sul grande Amore di Dio che supera 
tutto in tutti. 

La Chiesa ha una lunghissima storia di persecuzioni: dalle prime comunità cristiane perseguitate alle eresie medievali fino a giungere alle estreme persecuzioni religiose dei tempi moderni. I cristiani sono stati spesso chiamati a vivere la loro fede in condizioni avverse e sofferte ma essa ha sempre trionfato offrendo autentica testimonianza di forza e di speranza. I martiri, ad esempio, hanno affrontato la persecuzione e la morte con molto coraggio e serenità, con eroica tenacia ed adesione a Cristo. «Persecuzione» deriva dal latino persecutio, -onis, che a sua volta proviene dal verbo persequi composto dalla preposizione per- (attraverso, completamente) e sequi (seguire): dunque “seguire fino in fondo” o “inseguito in modo incessante”, con l’idea di una continua e costante azione di cercare di colpire qualcuno. La “persecuzione” si riferisce quindi a un’azione di inseguimento o molestia persistente e dolorosa, spesso con l’intento di danneggiare o discriminare. Le motivazioni sul perché alcune persone perseguita no altre (escludendo quelle derivate da malattie mentali, da mancanza di coscienza morale o da manie di persecuzione) sono complesse e possono variare in base a numerosi fattori psicologici, sociali e culturali. È possibile però identificarne alcune: il desiderio di potere o di vendetta, di dominio o di manipolazione, di gelosia o competizione, d’invidia o di odio, d’impotenza o frustrazione, di preconcetti o pregiudizi, di discriminazione o razzismo, di traumi o abusi subiti, di bassa autostima o scarsa fiducia in sé stessi… Tutti questi moventi hanno un denominatore comune ovvero quello dell’auto-compensazione ed affermazione della propria esistenza e del proprio valore che aiuta a “sentirsi meglio” o “più forti” ma a dispetto ed a spese degli altri. Chi subisce persecuzioni diventa la “valvola di sfogo”, il “capro espiatorio” per colmare quei vuoti e quei problemi umani ed esistenziali. Determinare la “più grande” azione di persecuzione nella storia è difficile poiché la crudeltà può manifestarsi in molte forme e sfumature ma alcune di queste azioni sono state ritenute di gravità superiore e tra le più atroci e devastanti. Si pensi all’Olocausto (1941-1945), lo sterminio di circa sei milioni di ebrei, rom, disabili, omosessuali, prigionieri politici, oppositori del regime e altre minoranze…; o al genocidio armeno (1915 1923) durante la Prima Guerra Mondiale che ha riguardato 1,5 milioni di persone; il genocidio dei Tutsi da parte degli Hutu in Ruanda (1994) contro circa 800.000 persone. Ma anche le Crociate (1096-1271), guerre religiose indette dalla Chiesa cattolica per recuperare i “santuari” cristiani dalla dominazione musulmana che causarono la morte di milioni di persone; la tratta degli schiavi (se coli XVI-XIX) con altrettanti milioni di africani catturati, separati dalle loro famiglie e deportati in condizioni disumane verso le Americhe per lavorare nelle piantagioni di zucchero, cotone, tabacco e nelle miniere; la persecuzione delle streghe (XVI-XVII secolo) in Europa e nelle colonie americane con la tortura brutale e dolorosa spesso tramite rogo di migliaia e migliaia di persone accusate di stregoneria... Ed ancora oggi, purtroppo, le persecuzioni continuano a manifestarsi in varie parti del mondo e le cronache raccontano quotidianamente dei rifugiati provenienti da molti paesi. Fermare le persecuzioni è una delle sfide più complesse ed urgenti della nostra epoca. Ma in ambito cristiano la persecuzione non è da ritenersi un castigo né fallimento di chi la subisce ma parte integrante del cammino cristiano e testimonianza della radicale adesione alla verità che rende credibili le Beatitudini evangeliche: «Beati quelli che sono perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno, e diranno ogni sorta di male contro di voi mentendo, per causa mia. Rallegratevi e gioite, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli; così infatti hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi» (Mt 5,10-12); «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; ma perché non siete del mondo, anzi io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra» (Gv 15,18-20); «Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano» (Mt 5,44).

 


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