PRO-VOCAZIONI *LA CONDANNA a cura di Stefania Formicola (Pubblicazione sulla Rivista "Spiritus Domini" Anno 90 n.5 - MAGGIO 2017)
Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa.
<< Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato persone senza colpa.>> (Mt 12,7)
- E’ questa la PRO-vocazione di Gesù: assolvere!
- E' questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: umanizzarsi!
La quinta provocazione che ti verrà offerta è tra le più terribili e temibili, superala!
LEGGI
Sono due vie parallele, l’una opposta all’altra così che entrambe conducono alla condanna o salvezza eterna. Non c’è altra sentenza! Ma…tu, sgranando perplesso gli occhi potrai pensare: “che strano”!!! Com’è che proprio la misericordia non assolva - nella sua infinita benevolenza - anche la condanna lasciandola sola ed abbandonata a se stessa? Sembra un’ ingiustizia della giusta sentenza divina! Se è vero che nell’uomo è insito il peccato e l’ errore, Dio offre occasioni per avvedersi, correggersi, impegnarsi nel seguire la retta via. L’ imperfetta finitezza rende umili al cospetto dell’ infinito perfetto. Solo il peccato contro lo Spirito Santo, pertanto, può gravarsi di un peso infinito. Qualcuno, irragionevole e collerico, potrebbe far notare che già subirne gli attacchi perversi, diabolici, scatenanti dell’ agire insano rende pietosa la propria misera condizione così da esser indotti a far male ciò che si vorrebbe poter far bene. NO! Il fine non giustifica altri mezzi. Non c’è, infatti, via di scampo per chi, in consapevolezza, persevera nell’errore perché condanna senza pietà la sua misera condizione. La corresponsabilità e la corrispondenza alla grazia sono, invece, di per se stessi atteggiamenti sani attraverso i quali gli attacchi diabolici, le sofferenze, le espiazioni vengono superati, trasfigurati e non più temuti. Tutto è condizionato, dunque, dalle condizioni che ciascuno vuole assumerne. “Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato”(Gv. 15,22). Non che questa lettura, voglia (ben dire) che la misericordia calunni la condanna ma che la bontà zittisca il maledire (dir male) della grazia salvifica. Dio è buono non certo buonista ma succede che a furia di crederci poco siano i buontemponi a condannarsi poi da soli!
ANNOTA
Don Giustino Maria Russolillo scriveva così: “Anima, che temi? Credi tu che il capo della Chiesa è Gesù? Lo credo! E allora che temere?...Credi tu che nulla può l’elemento umano, l’elemento diabolico contro l’elemento divino? Nulla i fatti umani e diabolici contro il fatto divino? Lo credo! E allora non temere! “
RIFLETTI
Umilmente domandati adesso: 1) Ti condanni?2) Cosa aspetti? 3) Credi ci sia un Dio che proprio te aspetta?