PRO-VOCAZIONI * ACCOGLIENZA E MISSIONE a cura di Stefania Formicola (Pubblicazione sulla Rivista "Spiritus Domini" Anno 89 n.4 - APRILE 2016)

01.04.2016 12:53

Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa.

 

<< Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi>> (Mt 10,14)

 

  • E’ questa la PRO-vocazione di Gesù: proporre!
  • E’ questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: disporre!

Giunti nella missione vera e propria e scoperta la ferma volontà dell’evangelizzatore, occorrerà ora attendere la risposta dai destinatari. Ogni annuncio, infatti, presuppone due soggetti attivi chiamati in causa: chi annuncia e chi riceve l’annuncio, chi propone e chi si dispone ad accoglierlo. Il feedback, in pratica, è uscita ed entrata, lancio e presa, parola ed ascolto. Il riscontro della ricezione al messaggio risulta efficace se è docile, pacifico, disponibile, accordato… “Siate come piccole api spirituali, le quali non portano nel loro alveare altro che miele e cera. La vostra casa sia tutta piena di dolcezza, di pace, di concordia, di umiltà e di pietà” (S. Pio da Pietrelcina).

Ci si domanda - a questo punto del cammino missionario - chi dovrà accogliere il messaggio e soprattutto cosa riceverne da esso. La risposta è ampia ed al contempo circoscritta perché centra l’unico obiettivo sempre valido: la Verità è per tutti benché, come soleva ripetere San Giovanni Paolo II: “Dio ha affidato a ciascuno tutti e a tutti ciascuno”. La difficoltà maggiore, però, è quella nel superare ideologie, diversità, contrasti, competizioni, riservatezze, abitudini, stili di vita, educazione ma… la difficoltà peggiore è attraversare la paura andando addirittura incontro alla morte. Sì, perché rendere accogliente un vero annuncio è scuoterne le coscienze spesso assuefatte, compromesse e distorte dato che: “alcuni non cercano la verità perché hanno paura di trovarla” (S. Massimiliano Maria Kolbe). In certi casi sarà finanche opportuno uscire fuori liberi morendo più che vivere rimanendo prigionieri dal di dentro; meglio tentare rischiando che al sicuro stagnando! “ Nessuno è padrone della propria esistenza. Ciascuno di noi, per quanto insignificante, produce un effetto su qualcun altro così come un sasso provoca cerchi concentrici se gettato in uno stagno” (Pau Lowney). E’ ovvio che ogni missionario prevede rischi e pericoli nell’impresa ma si dispone con forza e coraggio a fronteggiarli per superarli. Come Tucidide aveva certezza nell’affermare che “i più coraggiosi sono coloro che hanno la visione chiara di ciò che li aspetta, così della gloria come del pericolo, e tuttavia l’affrontano”, allo stesso modo varrà per ogni causa che abbia come obiettivo l’azione. Quante volte Gesù stesso è stato schernito, oltraggiato, vilipeso da quanti non volevano accogliere la sua provocatoria e scomoda Parola al punto tale che, non riuscendo a tenerla a bada, hanno mal pensato di inchiodarla e fermarla sulla croce ma con la “croce” hanno marcato ancor  “più” l’evidente e vergognosa menzogna. L’umanità, infatti, nella sua infinita pochezza e piccolezza riesce a rendersi stoltamente ridicola per non voler accettare né ammettere d’essere soltanto un mucchietto di polvere ammassata. Scuoterla dai calzari è lasciarla davanti alle porte sbarrate e lontane da Cristo - il quale - cammina ogni giorno al fianco di tutti, si ferma davanti ai battenti dei cuori, bussa ed aspetta Gli apra qualcuno. “Egli è veramente, realmente, personalmente con noi…la parola divina è viva e tagliente. Taglia per purificare, per liberare, per ferire d’amore! Non si può riprodurla in noi a volontà nostra”! (Beato Giustino Maria Russolillo)

No, non la si può riprodurre! Andar via, dunque, non è respingere o rifiutare l’altro ma significa accogliere e rispettare la libertà di scelta che, paradossalmente, ha sempre l’ invito a quel “Si” dell’Amore!