PERCHE' NASCERE, PERCHE' ESISTERE, PERCHE' MORIRE: UN ESEMPIO DI AUTENTICHE VITE!...sui passi di S. Vincenzo Romano

20.10.2018 12:00

La biografia di alcune figure della storia che hanno dato una impronta indelebile alla cristianità per l'autentica fede, il martirio, l'eroicità, l'esemplarità al punto tale da riconoscerli oggi Santi e Beati dalla Chiesa universale. Ricerca a cura di Stefania Formicola

Vincenzo Romano nacque il 3 giugno 1751 a Torre del Greco, in via Piscopia, uno dei rioni più popolosi, vivaci e coloriti della splendida cittadina marinara che s'affaccia nel golfo di Napoli. I suoi familiari, semplici e di modeste condizioni economiche, da buoni c convinti cristiani crearono in famiglia un clima sereno e impregnate di religiosità. E sereno e religiosamente motivato crebbe il piccolo Vincenzo, aiutato da un sacerdote del paese, don Antonio Scognamiglio, che fu il suo primo maestro ed educatore e che curò con attenzione e rispetto la vocazione al sacerdozio germogliata ncl cuore del discepolo. 

Vincenzo manifestò infatti assai presto il desiderio di farsi prete, ma dovette attendere un bel po' e superare non poche difficili prove prima di essere accolto nel seminario di Napoli. A quel tempo, gli aspiranti alla vita sacerdotale, erano tanti, troppi per alcuni, e la selezione era molto severa. Vincenzo aveva quattordici anni quando varcava finalmente la soglia del seminario per iniziare il lungo cammino di studi e di preparazione interiore che si sarebbe concluso con l'ordinazione sacerdotale.

Vincenzo bravo, pieno di buona volontà e ricco di virtù, ebbe anche la fortuna di avere al suo fianco, come direttore spirituale, un santo prete, don Mariano Arciero, che lo sostenne con i suoi consigli e con l'esempio di una vita santa, guidandolo nei passaggi più delicati e difficili della formazione. Potè, oltretutto, avvalersi anche degli insegnamenti di sant'Alfonso Maria de' Liguori. Ordinato sacerdote, venne mandato al paese natale, dove fu cappellano e poi parroco della parrocchia di Santa Croce, che allora comprendeva l'intera città di Torre del Greco, la piu popolosa del territorio napoletano.

Il 15 giugno 1794 la cittadina venne travolta e distrutta da una micidiale colata di lava, fuoriuscita dal cratere del Vesuvio. Tutte le case, con la chiesa parrocchiale, crollarono sotto l'impeto del magma infocato: una desolazione e un'immane tragedia, dalla quale il popolo di Torre del Greco, cessata la furia del vulcano, seppe riprendersi grazie anche all'opera intelligente e alla tenacia del suo parroco, che nella ricostruzione materiale e spirituale della città diede il meglio di sé. Oltre alle case della gente, volle rimettere in piedi anche la casa del Signore, facendola più grande e maestosa della precedente. 

Don Vincenzo fu sempre vicino alla sua gente e ai suoi problemi spirituali e materiali. Precursore della carità sociale, tutelò i diritti dei pescatori di corallo, la principale attività di Torre del Greco, e nei lunghi periodi in cui essi erano in mare, egli si occupò delle loro famiglie, aiutandole a superare i tanti problemi che la prolungata assenza degli uomini procurava. «Ma Vincenzo Romano — disse Giovanni Paolo II — lavorò intensamente soprattutto per la formazione delle coscienze e per l'evangelizzazione [...] . Alla gente del popolo propose il Vangelo nella sua semplicità e autenticità, divenendo egli stesso testimone credibile e araldo della parola di Cristo con una vita povera». 

Morì il 20 dicembre 1831, dopo una lunga e penosa malattia, lasciando ai sacerdoti come testamento spirituale l'impegno a vivere la carità fraterna. 

Leone XIII nel 1895 ne dichiarò l'eroicità delle virtù e Paolo VI, il 17 novembre 1963, lo proclamò Beato, additandolo al clero, e specialmente ai parroci, come modello di vita apostolica.

Il 14 ottobre 2018 Papa Francesco lo proclama Santo.