PERCHE' NASCERE, PERCHE' ESISTERE, PERCHE' MORIRE: UN ESEMPIO DI AUTENTICHE VITE!...sui passi di S. Vincenzo Romano
La biografia di alcune figure della storia che hanno dato una impronta indelebile alla cristianità per l'autentica fede, il martirio, l'eroicità, l'esemplarità al punto tale da riconoscerli oggi Santi e Beati dalla Chiesa universale. Ricerca a cura di Stefania Formicola
Vincenzo Romano nacque il 3 giugno 1751 a Torre del Greco, in via Piscopia, uno dei rioni più popolosi, vivaci e coloriti della splendida cittadina marinara che s'affaccia nel golfo di Napoli. I suoi familiari, semplici e di modeste condizioni economiche, da buoni c convinti cristiani crearono in famiglia un clima sereno e impregnate di religiosità. E sereno e religiosamente motivato crebbe il piccolo Vincenzo, aiutato da un sacerdote del paese, don Antonio Scognamiglio, che fu il suo primo maestro ed educatore e che curò con attenzione e rispetto la vocazione al sacerdozio germogliata ncl cuore del discepolo.
Vincenzo manifestò infatti assai presto il desiderio di farsi prete, ma dovette attendere un bel po' e superare non poche difficili prove prima di essere accolto nel seminario di Napoli. A quel tempo, gli aspiranti alla vita sacerdotale, erano tanti, troppi per alcuni, e la selezione era molto severa. Vincenzo aveva quattordici anni quando varcava finalmente la soglia del seminario per iniziare il lungo cammino di studi e di preparazione interiore che si sarebbe concluso con l'ordinazione sacerdotale.
Vincenzo bravo, pieno di buona volontà e ricco di virtù, ebbe anche la fortuna di avere al suo fianco, come direttore spirituale, un santo prete, don Mariano Arciero, che lo sostenne con i suoi consigli e con l'esempio di una vita santa, guidandolo nei passaggi più delicati e difficili della formazione. Potè, oltretutto, avvalersi anche degli insegnamenti di sant'Alfonso Maria de' Liguori. Ordinato sacerdote, venne mandato al paese natale, dove fu cappellano e poi parroco della parrocchia di Santa Croce, che allora comprendeva l'intera città di Torre del Greco, la piu popolosa del territorio napoletano.
Il 15 giugno 1794 la cittadina venne travolta e distrutta da una micidiale colata di lava, fuoriuscita dal cratere del Vesuvio. Tutte le case, con la chiesa parrocchiale, crollarono sotto l'impeto del magma infocato: una desolazione e un'immane tragedia, dalla quale il popolo di Torre del Greco, cessata la furia del vulcano, seppe riprendersi grazie anche all'opera intelligente e alla tenacia del suo parroco, che nella ricostruzione materiale e spirituale della città diede il meglio di sé. Oltre alle case della gente, volle rimettere in piedi anche la casa del Signore, facendola più grande e maestosa della precedente.
Don Vincenzo fu sempre vicino alla sua gente e ai suoi problemi spirituali e materiali. Precursore della carità sociale, tutelò i diritti dei pescatori di corallo, la principale attività di Torre del Greco, e nei lunghi periodi in cui essi erano in mare, egli si occupò delle loro famiglie, aiutandole a superare i tanti problemi che la prolungata assenza degli uomini procurava. «Ma Vincenzo Romano — disse Giovanni Paolo II — lavorò intensamente soprattutto per la formazione delle coscienze e per l'evangelizzazione [...] . Alla gente del popolo propose il Vangelo nella sua semplicità e autenticità, divenendo egli stesso testimone credibile e araldo della parola di Cristo con una vita povera».
Morì il 20 dicembre 1831, dopo una lunga e penosa malattia, lasciando ai sacerdoti come testamento spirituale l'impegno a vivere la carità fraterna.
Leone XIII nel 1895 ne dichiarò l'eroicità delle virtù e Paolo VI, il 17 novembre 1963, lo proclamò Beato, additandolo al clero, e specialmente ai parroci, come modello di vita apostolica.
Il 14 ottobre 2018 Papa Francesco lo proclama Santo.