PERCHE' NASCERE, PERCHE' ESISTERE, PERCHE' MORIRE: UN ESEMPIO DI AUTENTICHE VITE!...sui passi di S. Rosa da Viterbo
La biografia di alcune figure della storia che hanno dato una impronta indelebile alla cristianità per l'autentica fede, il martirio, l'eroicità, l'esemplarità al punto tale da riconoscerli oggi Santi e Beati dalla Chiesa universale. Ricerca a cura di Stefania Formicola
Rosa nasce a Viterbo nell’anno 1233 con una rarissima e grave malformazione fisica caratterizzata dalla assoluta mancanza dello sterno, sostituito dalla natura da un piastrone fibroso, malattia oggi denominata “agenesia totale dello sterno” che di solito porta il soggetto ad una morte precoce entro i primi tre anni di vita, in quanto lo scheletro non riesce a sostenere il corpo..
Il contesto storico entro cui la giovane Santa opera vede l’Imperatore Federico II impegnato ad ottenere il controllo di Viterbo a discapito dello Stato della Chiesa.
La casa dove vive la giovane con i propri genitori è situata vicino al Monastero delle Clarisse dove Rosa cerca di entrare,ma provenendo da una famiglia povera,questo le viene negato, decide allora di operare tra le vie di Viterbo come terziaria, conducendo una vita di penitenza e di carità verso i poveri ed i malati.
Questo suo modo di fare, in un tempo in cui imperversano aspre lotte fra opposte fazioni politiche, divide gli animi dei cittadini,così l’Imperatore decide di bandirla con tutta la sua famiglia.
Rosa durante l'esilio vive prima a Soriano nel Cimino e poi a Vitorchiano e rientra a Viterbo solo dopo la morte di Federico II nel 1250.
Rosa muore nel 1251 all’età di 18 anni.
Il Corpo della Santa appare miracolosamente incorrotto e perfino le rose con le quali era stata inghirlandata alla sua morte, apparvero ancora fresche e profumate.
Viene sepolta nella nuda terra del cimitero della sua parrocchia di Santa Maria in Poggio detta oggi Crocetta. Da quel giorno sono stati molti e continui i miracoli ottenuti dai fedeli che si sono recati sulla sua tomba per pregare.
Guarigioni da cecità, da cadute, da malattie gravi. Nel 1252, dopo circa 18 mesi dalla Sua morte, visto il notevole afflusso di gente sulla sua povera tomba ed il clamore sempre più crescente per i prodigi ed i miracoli ottenuti dai fedeli, le Autorità Cittadine ed il Clero chiedono al Papa Innocenzo IV di promuovere il processo di canonizzazione di Rosa.
Il Pontefice acconsente ed ordina la riesumazione del corpo disponendone la preventiva e canonica ispezione, secondo gli usi del tempo.
Il Corpo della Santa appare miracolosamente incorrotto e perfino le rose con le quali era stata inghirlandata alla sua morte, apparvero ancora fresche e profumate.