PERCHE' NASCERE, PERCHE' ESISTERE, PERCHE' MORIRE: UN ESEMPIO DI AUTENTICHE VITE!...sui passi di S. Matilde

20.03.2018 12:00

La biografia di alcune figure della storia che hanno dato una impronta indelebile alla cristianità per l'autentica fede, il martirio, l'eroicità, l'esemplarità al punto tale da riconoscerli oggi Santi e Beati dalla Chiesa universale. Ricerca a cura di Stefania Formicola

Matilde nacque intorno all'895 in una famiglia aristocratica della Westfalia, nord est della Germania. Secondo i costumi del tempo fu messa in un monastero per acquisire un’educazione e una formazione intellettuale conforme al suo rango.

Donna bella, istruita e devota come era diventata, nel 909 sposò Enrico di Sassonia. Dal loro matrimonio nacquero cinque figli: il futuro imperatore Ottone I, Enrico il Litigioso, San Bruno arcivescovo di Colonia, Gerburga moglie del re Luigi IV di Francia ed Edvige. Fu un matrimonio felice. A causa delle frequenti guerre Enrico si allontanava spesso da casa e sia lui che i suoi sudditi attribuivano le vittorie conseguite alle preghiere ed al coraggio della regina Matilde, che nel suo palazzo conduceva a tutti gli effetti una vita monacale, generosa e caritatevole verso tutti.

Nel 936, rimasta vedova, Matilde si spogliò immediatamente di tutti i suoi gioielli rinunciando ai privilegi tipici del suo rango. Ottone diventò il successore del regno.

La regina conduceva una vita assai austera ed a causa delle sue ingenti elemosine si attirò le ire dei figli. Ottone ed Enrico (prima in discordia per la successione al trono) la accusarono di sperperare il tesoro della corona, le chiesero un rendiconto delle sue spese e la fecero entrare  in convento per evitare ulteriori danni al patrimonio familiare.
Matilde sopportò con estrema pazienza e lasciò tutta la sua eredità ai figli e si ritirò nella residenza di campagna ove era nata.

Appena partita Enrico cadde ammalato e sorsero nuovi problemi politici. La moglie di Ottone (regina Edith) convinse questi a chiedere perdono alla madre, a restituirle il maltolto e richiamarla a partecipare agli affari di stato. Matilde tornò così a corte e riprese anche l'opera a favore della chiesa e dei poveri. Creò infatti monasteri maschili a Poelde e Quedlinburg e abbazie femminili a Enger e Nordhausen.

Onorata e rispettata dai suoi durante questo periodo, la regina ebbe la gioia di ricevere l'omaggio della propria parentela durante l' assemblea dinastica di Colonia nel 965, dove ella venne festeggiata come simbolo dell'unità familiare. Si spegneva tre anni dopo a Quedlinburg, il 14 marzo 968.

Matilde è santa perché ha vissuto santamente il suo essere sposa, il suo essere madre e anche il suo essere regina (condizione in cui non mancavano ricchezza e lusso!): una santità acquisita giorno dopo giorno in seno alla propria famiglia, nelle gioie e dolori che essa comporta.

Se si mettono a confronto la vita di San Francesco e quella di Santa Matilde sembrano quasi degli opposti: l’uno nella povertà assoluta e l’altra nella ricchezza. È evidente invece che Matilde viveva il suo stato di regina con il giusto distacco umano e spirituale e con coscienza e responsabilità. Questa è una dimostrazione che la santità è una chiamata a vivere la propria vita nello stato in cui ci si trova alla luce di Cristo.