PERCHE' NASCERE, PERCHE' ESISTERE, PERCHE' MORIRE: UN ESEMPIO DI AUTENTICHE VITE!...sui passi di S. Lidia di Tiatira

20.08.2016 12:00

La biografia di alcune figure della storia che hanno dato una impronta indelebile alla cristianità per l'autentica fede, il martirio, l'eroicità, l'esemplarità al punto tale da riconoscerli oggi Santi e Beati dalla Chiesa universale. Ricerca a cura di Stefania Formicola

Lidia, primizia del cristianesimo in Europa, essendo nativa di Tiatìra, città dell'Asia proconsolare, era pagana ma «timorata di Dio», cioè una prosèlita della religione ebraica a Filippi in Macedonia, dove l'apostolo Paolo, in compagnia di Sila, Timoteo e Luca, si era recato durante il secondo viaggio missionario, tra gli anni 50 e 53. I missionari di Cristo, dopo aver posto piede sul suolo europeo, attesero il sabato per incontrare i correligionari Ebrei in un luogo lungo il fiume, dove presumibilmente si sarebbero radunati, in mancanza di una sinagoga, per la preghiera in comune e la lettura di qualche pagina della Scrittura. 


Si ritiene che Lidia godesse di una certa agiatezza e di molta autorità in seno alla sua famiglia, dato il pregio della stoffa che commerciava e se fu sufficiente la sua testimonianza perché anche i suoi familiari chiedessero di essere battezzati, accettando i missionari in casa come graditi ospiti. I missionari di Cristo, usciti quasi alla ventura, fecero in tal modo la prima conquista in terra europea: una donna, Lidia, prototipo e simbolo di tutte le donne che avrebbero recato tra le pareti domestiche la fiaccola della fede in Cristo. La ricca mercantessa, docile alla grazia, aveva anteposto gli interessi dello spirito a quelli economici, trascurando il commercio per raccogliersi con altre donne nella «proseuca», o luogo di preghiera, presso le rive del fiume Gangas.

Lidia, riconoscente per la gioia arrecata alla sua anima dalle parole dell'Apostolo e dalla grazia battesimale, pregò con dolce insistenza, anzi « costrinse » i missionari ad accettare la sua ospitalità. La casa di Lidia divenne in tal modo il primo centro comunitario, la prima « ecclesia » in Europa. Per la Chiesa di Filippi, forse anche per merito di Lidia, S. Paolo ebbe parole di commovente tenerezza, chiamando questi fratelli in Cristo « cari e desideratissimi, gioia e corona». Pur mancandoci ogni notizia sul culto di S. Lidia, prima che il Baronio ne introducesse la memoria nel Martirologio Romano, i contrassegni della sua santità sono evidenti nella sua pronta risposta alla grazia.