PERCHE' NASCERE, PERCHE' ESISTERE, PERCHE' MORIRE: UN ESEMPIO DI AUTENTICHE VITE!...sui passi di S. Fiorenzo
La biografia di alcune figure della storia che hanno dato una impronta indelebile alla cristianità per l'autentica fede, il martirio, l'eroicità, l'esemplarità al punto tale da riconoscerli oggi Santi e Beati dalla Chiesa universale. Ricerca a cura di Stefania Formicola
La vita di questo santo è avvolta nella leggenda. Essa è illustrata in un ciclo di affreschi nella chiesa a lui dedicata a Bastia Mondovì.
Secondo una lettura agiografia, Fiorenzo avrebbe condiviso la sorte della Legione tebea.
Fiorenzo sarebbe nato da una famiglia nobile; versatissimo all'uso delle armi, venne arruolato dal principe Maurizio nella sua legione e con essa partì per un viaggio che li condusse a Gerusalemme, dove ricevette il battesimo e poté visitare i luoghi santi. Gli imperatori Diocleziano e Massimiano ordinarono alla legione di tornare per sedare i tumulti che erano scoppiati in Savoia. Nel viaggio di ritorno, fecero tappa a Roma, dove ricevettero udienza dal papa Marcellino e ricevettero da lui la cresima. Giunti a Martigny, appresero che i nemici da sconfiggere erano in realtà i Cristiani del luogo. Alcuni squadroni, tra cui quello di Fiorenzo, si ritirarono sulle montagne circostanti, mentre la maggior parte rimase nella vallata di Agauno insieme a Maurizio per affrontare le schiere dell'Imperatore.
Così Fiorenzo sopravvisse alla strage dei Martiri Tebei e decise di scendere in Piemonte con i suoi compagni per predicarvi il Vangelo. Si fermò a Bastia, accolto benevolmente dai suoi abitanti, prodigandosi in miracoli, ma la vendetta degli imperatori non si fece attendere. Essi avevano inviato spie alla ricerca dei sopravvissuti dall'eccidio e pubblicato nuovi editti contro i credenti cristiani. Lo trovarono e lo portarono in giudizio. Per aver salva la vita avrebbe dovuto rinnegare la fede cristiana e sacrificare agli idoli, cosa che Fiorenzo rifiutò di fare. Legato alla colonna e aspramente flagellato, Fiorenzo cantava inni sacri e lodava Dio, persistendo nel rifiuto di sacrificare agli idoli.
Fu decapitato il 22 settembre del 297.