OFFRIRE IL SOFFRIRE, DONO DELL'AMORE di Stefania Formicola (Articolo pubblicato sulla Rivista "Spiritus Domini" - Anno 86 n.08/09 Agosto/Settembre 2013)

01.12.2013 19:16

Respingere la sofferenza offende e sminuisce il valore della Croce, fonte e culmine del sacrifico stesso di Cristo.

Quante immagini si trasmettono ogni giorno dagli schermi delle tv a plasma mentre molte tragiche notizie scorrono come rivoli di acqua e sangue che plasmano i cuori assuefatti a tanto orrore e dolore.

Morti tremende per malattie gravi, incidenti stradali in serate da sballo, vittime di assassini omicidi, suicidi, di sesso e follie. Cristi inchiodati sulle croci, innalzati in ogni angolo della terra e madri che, come Maddalene, piangono infinite lacrime di disperazione tra la folla pronta ad incriminare e recriminare perché adirata, confusa, rassegnata, soffocata.

E Dio? Dov'è Dio in mezzo a questo caos?

E' sempre più in alto, distante ed impercettibile; è forse ancora lì nel più alto dei cieli ad osservare figliocci in fantocci per  metterli in croce, e spogliarli, e umiliarli, e deriderli, e flagellarli fino... ad ucciderli!

Credere a quest'inganno è ingannare se stessi. E' non credere in Dio!

Ed allora, come potrebbe essere compreso il mistero del dolore: assurdo in certi casi ed impossibile per certi versi?

Lo stesso Sant’Agostino Vescovo un giorno, meditando sui misteri divini e mentre passeggiava in riva al mare, alla vista di un bambino che versava col secchiello l’acqua del mare in una buca, gli chiede cosa stesse facendo. Il bambino pronto risponde: - “voglio mettere tutta l’acqua del mare in questa buca”! Ed il santo Vescovo ribatte: - "Ma com’è possibile versare tutta l’acqua del mare in una buca così piccola"? Allora il fanciullo prima di scomparire alla sua vista replica: “E tu Vescovo Agostino ,come puoi nella tua misera condizione umana, pensare di comprendere un mistero così grande" ?

Dell'inganno invece  l'Abbè Pierre risponde: "l'uomo è stato ingannato! Sì, siamo stati ingannati e ancora oggi si continua a ingannare dicendo che il benessere e il divertimento danno la felicità. Non è vero. Non è il benessere che rende felici; ciò che rende felici è il bene".

Ed oggi Papa Francesco dichiara: "Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi ma non discepoli del Signore".

Ciò che proprio non si riesce a comprendere, diventa grido silenzioso che si alza tra la folla pur in mezzo a sì tanto rumore ma nell'anima c'è silenzio, tutto tace mentre dolore e turbamento assale.

E' la presenza del male, astuta e crudele, che non risponde ma segna croci con grandissime incognite, apre voragini come culle di morte che non danno riposo e neppure la pace. E quando risponde, lo fa solo con spietata menzogna.

Altro che via, verità e vita! E' il libero via vai della perdizione nel progetto di uno spettro che maschera l'immagine divina.

I progetti di Dio, anzitempo, aprono spazi sconfinati seppur attraverso vie strette e tortuose. I progetti di Dio sono di più ampie vedute e non si confondono con quelli meschini e bassi: essi mirano a sollevare e non precipitare, alzano lo sguardo al cielo per perdersi tra le infinite volte celesti e non perderci l'anima.

Il progetto di Dio, per lo stesso suo unigenito figlio, non era affatto la morte in croce e per giunta preceduta dai tormenti, umiliazioni ed afflizioni. No, certo che no! Dio desiderava la felicità del suo Gesù e gli progettava una vita piena e realizzata insieme ovviamente anche alle sfide, difficoltà, salite, fatiche e sofferenze che un buon padre pure concede ad ogni suo figlio per abilitarlo a crescere, maturare e corrispondere poi alle grazie e all' amore.

I fallimenti ed i mali che Dio ha permesso ed ancora permette, non sono inseriti nel "mistero divino" perché di divino c'è solo il bene e la proposta di vivere alla grande seguendo l'ideale dell'amore.

La prospettiva dell'amore, infatti, è tutt'altro che un sacrificio: in proporzione all'impegno profuso si potrebbero finanche ricevere importanti gratificazioni ma... il dono di sé, purtroppo, potrebbe non essere ricambiato dagli altri e di conseguenza comportarne il sacrificio!

L'epilogo della croce è stato proprio la conseguenza indiretta delle scelte di Gesù. Egli ha sempre optato per la vita ma evidentemente il suo stile non è piaciuto a qualcuno (anzi ai più di questo mondo) che hanno preferito eliminarlo ma il paradosso del suo fallimento è diventato vittoria attraverso una verità consapevole: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua".

Ancora tutt'oggi si assiste senza scrupoli, ritegno e pietà nell' escludersi dalla sequela di Cristo per acquistare una vita più comoda e sicura. Ancora tutt'oggi si assiste senza scrupoli, ritegno e pietà nell' escludere quanti sono alla sequela di Cristo per spendersi nel bene a prezzo di rinunce e sacrifici.

Dio, però, resta e resterà Padre! Egli desidera realizzare ciascuno secondo i suoi buoni progetti e lo fa chiedendo fino in fondo di aderire alla sua volontà nonostante possa essere controcorrente alla mentalità del mondo e col rischio, in questa inversione di marcia, di un incidente di percorso perdendo la stessa vita e non sempre cavandosela con una contravvenzione per  divieto di sosta. Non si ferma mai, pur gravato dal peso della croce, chi in paradiso vuol arrivarci defilato.

Esaltazione della Santa Croce, dunque, come nella "Divina Unione" - opera mistica del Beato parroco di Pianura - ove ne riassume l'intero concetto:"Nel vuoto e nella solitudine causata dalle incomprensioni umane, dalle opposizioni al bene, dalle contraddizioni dei buoni, dagli abbandonati dei fratelli, dai tradimenti degli amici, dalle condanne dei padri. Tutto si chiude di sopra, tutto crolla intorno, tutto sprofonda al di sotto perché l'anima si trovi e resti sola col suo Signore, con tutto il bisogno di amare e di essere amata e concentri nel Divino Amore tutta la sua sensibilità così affinata dal dolore".

E' il sacrificio espiatorio di tanti martiri della nostra storia che hanno prolungato e reso sempre più evidente l'annuncio del Messia: penitente, crocifisso ma risorto.

E' questo un mistero enorme, incomprensibile, incommensurabile per certi aspetti assurdo, disumano, crudele, ingiusto. Ecco le ragioni di quelli che non osano credere, né più fidarsi, né affidarsi a Dio per timore di essere schiacciati sotto il peso della croce piuttosto che reggerla forte ed innalzarla.

Tutti gli infiniti "perché" trovano una risposta univoca e che vale per sempre: "perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà ". Non c'è verità fuorché questa!

D' altronde, se ci fosse stato qualcosa di migliore o di più utile della sofferenza per la salvezza degli uomini, Cristo certamente ce l'avrebbe indicato: in ciò, l'imitazione di Cristo è autentico testamento spirituale dopo il Vangelo. E, se al dire di sant' Agostino, è impossibile riempire una buca con tutta l'acqua del mare, possibile sarà svuotarla per immergerla nel mare: è quel vuoto che buca l' anima misera,addolorata e peccatrice per invitarla a rispondere ancora: "Nelle tue mani, Padre, affido il mio spirito"!